Galleria l'Idea


La ricerca pittorica di Stefano Brunello affonda le proprie radici nei movimenti artistici di impronta ottico-plastica, come l'Arte Oggettuale o la Minimal Art americana.

L'alternanza ritmicatra estroflessioni e introflessioni della tela, ottenute grazie all'azione di forze uguali e contrarie alal superficie del dipinto, la ripetizione geometrica e accuratamente architettata dei pieni e dei vuoti, l'analisi delle possibilità fornite dalla luce e dalle dinamiche del chiaroscuro, che diviene strumento privilegiato per rilevare le tensioni, le pausee il ritmo delal composizione, avvicinano l'opera di Brunello alle estroflessioni monocrome di Bonalumi e Castellani o alle semplificazioni ed essenzialità del Minimalismo.

La creazione di sporgensze e rientranze sulla superficie della tela, ottenute sfruttando l'elasticità del materiale, e la conseguente rilevanza che acquista l'aspetto volumetrico nella dinamica del dipinto portano al superamento del concetto di di bidimensionalità dell'opera e ad una concezione dell'arte intesa non più solo come esperienza estetico-visiva ma come una percezione tattile, al punto di incontro tra pittura e scultura. L'opera perde al sua funzione pittorica per assumere valenza plastica, in una ideale coincidenza tra opera e materia.

L'alterità rispetto ai canoni della scultura è marcata dal concetto di tensione: i pieni e i vuoti non sono masse statiche ottenute per sottrazione ma è il risultato di un processo dinamico e vitale di modificazione della tela che viene condotta al punto di massima tensione, in una hegeliana propensione verso il proprio limite.

Brunello lavora in monocromia, dimostrando una predilizione per il bianco, inteso non come colore ma come assenza di colore. L'assolutismo cromatico mette in rilievo i diversi livelli della tela, portando in primo piano le dimensioni della luce e della spazialità, e sottolinea la geometria del disegno.

Evidente nella pittura di Brunello è infatti l'attenta disposizione delle masse, volte a creare simmetrie che giocano non tanto sulal compensazione del colore quanto sui volumi creati dai rilievi e dalle depressioni della superficie pittorica, evidenziati e resi plastici dal monocromo.

Le tele centinate e movimentate da chiodi o tiranti che ne introflettono ed estroflettono la superficie permettono la creazione di geometrie tra i punti di tensione della tela e il sapiente bilanciamento nella disposizione di pieni e vuoti. 

Il punto è la particella elementare a partire dalla quale le composizioni prendono forma, l'atomo con cui la materia viene plasmata in disegni dal regolare ritmo compositivo, in ampie geometrie di forma romboidale, rettangolare, a spirale.

L'elaborazione del linguaggio pittorico tradizionale in chiave volumetrica e  la libera gestione dello spaziovisivo secondo modalità scultoreeportano l'artista verso la creazione di una dimensione meta-pittorica dove percezione e astrazione di incontrano, dove l'arte è tensione continua fra realtà fisica e pensiero.

 

Anita Tirapelle (Contemporart)